
Fintanto che è esistito a Santena l’Assessorato alla Cultura, ho promosso diverse iniziative tese a celebrare alcuni importanti avvenimenti della nostra storia: la mostra fotografica sull’11 Settembre, il “Giorno del Ricordo” in onore delle vittime delle foibe (il 10 febbraio), l’Anno Polare Internazionale, la rievocazione storica della battaglia del Gamenario, le Letture Dantesche, il concorso di pittura estemporanea e il concerto “Il Canto degli Italiani” in occasione della Festa della Repubblica - il 2 giugno - all’interno della Rassegna Cavouriana “Sulle vie del Conte” e per la prima volta la Festa dell’Europa, il 9 maggio. Anche come Consigliere Comunale vorrei quindi dare un modestissimo contributo per commemorare una delle date più importanti del XX secolo, il 9 novembre 1989, giorno della caduta del Muro di Berlino, visto che anche una Legge dello Stato Italiano, la n. 61 del 2005, riconosce il 9 novembre quale “Giorno della Libertà”.
Il 9 Novembre 1989, infatti, cadeva il Muro di Berlino segno tangibile della guerra fredda e delle tensioni tra i due blocchi, concreta rappresentazione di quella “Cortina di ferro” che materialmente divideva in due una città, ma che in realtà separava l’Europa da se stessa.
Il Muro di Berlino venne eretto in una sola notte il 13 agosto del 1961 per ordine dell’Unione Sovietica: una barriera di filo spinato alta quattro metri, che seguiva i contorni del settore sovietico della città e divideva strade, quartieri, giardini, case e cimiteri.
Presto il reticolato lasciò il posto a chilometri di blocchi di calcestruzzo costellati da torri di avvistamento, radar e centinaia di postazioni di mitragliatrici con le bocche puntate verso l’Ovest della città. I soldati della Germania Orientale che presidiavano il confine sparavano su chiunque avesse tentato di oltrepassare la barriera di filo spinato al punto che oltrepassare il confine era un’impresa impossibile. Centinaia di persone infatti morirono dal 1961 al 1989 per aver tentato di passare aldilà del Muro in cerca della libertà.
Soltanto negli anni Ottanta le manifestazioni popolari, sorte in maniera spontanea nei Paesi dell’Est, portarono migliaia di giovani a sfidare i regimi totalitari e ad abbattere il Muro di Berlino e la “Cortina di ferro” che gravava sull’Europa.
Per ricordare tali eventi, cruciali per la storia contemporanea, la Legge 15 aprile 2005 n. 61 riconosce il “9 Novembre «Giorno della Libertà», quale ricorrenza dell'abbattimento del muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo”, e in occasione del «Giorno della Libertà», l’art. 2 della Legge 15 aprile 2005 n. 61 prevede che vengano annualmente organizzate “cerimonie commemorative ufficiali e momenti di approfondimento nelle scuole che illustrino il valore della democrazia e della libertà evidenziando obiettivamente gli effetti nefasti dei totalitarismi passati e presenti”.
Celebrare oggi il ventennale della caduta del Muro di Berlino, simbolo di intolleranza ed oppressione, significa esprimere l’auspicio che non vi sia più bisogno di erigere muri tra i popoli. E la volontà di abbattere i muri si comincia a dimostrare, a mio avviso, dalle realtà locali, anche dal Consiglio Comunale di Santena, abbandonando l’auto-isolamento in cui si è rinchiusa la c.d. “maggioranza”, le ritorsioni nei confronti di coloro che denunciano il clima di oppressione che stiamo vivendo, la perenne fuga da ogni confronto, la chiusura totale al dialogo, la paura di ammettere di stare compiendo le scelte sbagliate. Se una cosa ci ha insegnato la storia è che non si può impedire per sempre alle persone di scegliere da sole il proprio futuro: anche se chi è al timone – la nomenklatura di ieri - si arrocca per difendere la propria rendita di posizione, la volontà di cambiamento vince sempre, soprattutto quando i risultati del regime sono fallimentari. Anche a Santena buttiamo giù questo muro!
Il 9 Novembre 1989, infatti, cadeva il Muro di Berlino segno tangibile della guerra fredda e delle tensioni tra i due blocchi, concreta rappresentazione di quella “Cortina di ferro” che materialmente divideva in due una città, ma che in realtà separava l’Europa da se stessa.
Il Muro di Berlino venne eretto in una sola notte il 13 agosto del 1961 per ordine dell’Unione Sovietica: una barriera di filo spinato alta quattro metri, che seguiva i contorni del settore sovietico della città e divideva strade, quartieri, giardini, case e cimiteri.
Presto il reticolato lasciò il posto a chilometri di blocchi di calcestruzzo costellati da torri di avvistamento, radar e centinaia di postazioni di mitragliatrici con le bocche puntate verso l’Ovest della città. I soldati della Germania Orientale che presidiavano il confine sparavano su chiunque avesse tentato di oltrepassare la barriera di filo spinato al punto che oltrepassare il confine era un’impresa impossibile. Centinaia di persone infatti morirono dal 1961 al 1989 per aver tentato di passare aldilà del Muro in cerca della libertà.
Soltanto negli anni Ottanta le manifestazioni popolari, sorte in maniera spontanea nei Paesi dell’Est, portarono migliaia di giovani a sfidare i regimi totalitari e ad abbattere il Muro di Berlino e la “Cortina di ferro” che gravava sull’Europa.
Per ricordare tali eventi, cruciali per la storia contemporanea, la Legge 15 aprile 2005 n. 61 riconosce il “9 Novembre «Giorno della Libertà», quale ricorrenza dell'abbattimento del muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo”, e in occasione del «Giorno della Libertà», l’art. 2 della Legge 15 aprile 2005 n. 61 prevede che vengano annualmente organizzate “cerimonie commemorative ufficiali e momenti di approfondimento nelle scuole che illustrino il valore della democrazia e della libertà evidenziando obiettivamente gli effetti nefasti dei totalitarismi passati e presenti”.
Celebrare oggi il ventennale della caduta del Muro di Berlino, simbolo di intolleranza ed oppressione, significa esprimere l’auspicio che non vi sia più bisogno di erigere muri tra i popoli. E la volontà di abbattere i muri si comincia a dimostrare, a mio avviso, dalle realtà locali, anche dal Consiglio Comunale di Santena, abbandonando l’auto-isolamento in cui si è rinchiusa la c.d. “maggioranza”, le ritorsioni nei confronti di coloro che denunciano il clima di oppressione che stiamo vivendo, la perenne fuga da ogni confronto, la chiusura totale al dialogo, la paura di ammettere di stare compiendo le scelte sbagliate. Se una cosa ci ha insegnato la storia è che non si può impedire per sempre alle persone di scegliere da sole il proprio futuro: anche se chi è al timone – la nomenklatura di ieri - si arrocca per difendere la propria rendita di posizione, la volontà di cambiamento vince sempre, soprattutto quando i risultati del regime sono fallimentari. Anche a Santena buttiamo giù questo muro!
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