giovedì 26 novembre 2009


martedì 24 novembre 2009

Stato delle indagini sull’aspettativa richiesta dal Sindaco


PREMESSO CHE

- Nel mese di giugno 2008 il Sindaco Benedetto Nicotra dichiarava agli uffici comunali di essere stato assunto quale dirigente presso la società Centro Lavaggio Terreni di Fossano, con decorrenza dal 16 giugno 2008;
- Il giorno 1° luglio 2008 il Sindaco richiedeva al Comune di Santena il collocamento in aspettativa non retribuita dal lavoro;
- Contestualmente il Sindaco dichiarava agli uffici comunali competenti di percepire una retribuzione mensile pari ad Euro 17.800,00;
- Tale richiesta poneva a carico del Comune di Santena l’obbligo di corrispondere all’Inps la somma di Euro 6.360,00 al mese, pari ad Euro 82.680,00 all’anno, a titolo di oneri previdenziali a favore del Sindaco Nicotra;

VISTO CHE

- Nel settembre 2008 il Consiglio Comunale di Santena veniva a conoscenza che erano stati versati dal Comune di Santena gli oneri previdenziali relativi alle mensilità di luglio e agosto 2008 pari ad Euro 12.720,00;
- La decisione del Sindaco di richiedere il collocamento in aspettativa dal lavoro - dopo aver lavorato per soli 11 giorni – accendeva vivacissime polemiche su diverse testate nazionali e locali e all’interno del Consiglio Comunale stesso;
- la società Centro Lavaggio Terreni di Fossano risulta essere stata costituita il 24 aprile 2008 e successivamente posta in liquidazione il 30 ottobre 2008;
- tale società risulta inoltre aver iniziato la propria attività il 16 giugno 2008, lo stesso giorno in cui venne assunto il Sindaco Benedetto Nicotra;

CONSIDERATO CHE

- Nel periodo tra il 16 giugno e il 1° luglio 2008, in cui il Sindaco aveva dichiarato di lavorare presso la società Centro Lavaggio Terreni di Fossano, risulta accertata la sua presenza continuativa presso il Comune di Santena;
- Il ruolo apicale del Sindaco quale vertice della struttura comunale ha permesso al medesimo di ottenere il pagamento degli oneri previdenziali senza che il Segretario Generale verificasse la concreta sussistenza del rapporto lavorativo;
- La condotta posta in essere dal Sindaco pare integrare gli estremi della fattispecie di cui all’art. 640 comma 2 c.p., ipotesi per la quale la magistratura procede d’ufficio alle indagini;
- Tali fatti risultano essere stati portati all’attenzione della Procura della Repubblica da numerosi esposti e sono attualmente al vaglio del Pubblico Ministero dott. Valerio Longi, tra questi quello presentato dai Consiglieri Comunali Roberto Ansaldi e Domenico Galizio in data 13 febbraio 2009;

il Consiglio Comunale di Santena

RICHIEDE

che il Sindaco Benedetto Nicotra riferisca:

1) Se si stato chiamato da un magistrato per essere ascoltato;
2) Se sia stata aperta una indagine nei suoi confronti;
3) Se sia stata disposta l’acquisizione degli atti relativi alla richiesta di collocamento in aspettativa;
4) Se il Sindaco abbia ricevuto una informazione di garanzia.

Interpellanza Masseria


PREMESSO CHE

- Nel mese di marzo 2009 la società Abisan 2010 srl ha acquistato un’area di circa 200.000 mq nella zona denominata “Masseria”;
- Amministratore unico, nonché socio, dell’Abisan 2010 srl risulta essere il Sig. Domenicantonio Ferraro;

CONSIDERATO CHE

- Il certificato di destinazione urbanistica dei terreni della Masseria, acquistati dalla società Abisan 2010 srl, prevede l’utilizzo a servizi ospedalieri;
- Per poter edificare un complesso residenziale in tale sito, allo stato, è necessario che l’Amministrazione adotti una variante al PRGC;

VISTO CHE

- Nel mese di giugno 2009 il Sindaco dichiarava di non conoscere chi fossero i compratori di tali terreni;
- Nel mese di luglio 2009 il Sig. Domenicantonio Ferraro dichiarava: “Mi occupo di Abisan 2010 per conto di alcuni clienti. L’intento della società lo dice il nome stesso: vogliamo realizzare un complesso residenziale”;
- Nella medesima intervista al quotidiano La Stampa (edizione del 7 luglio 2009, pag. 69) il Sig. Ferraro dichiarava altresì: “Se un gruppo di imprenditori ha deciso di investire il proprio denaro in un’operazione del genere – entro il 2011 i vecchi proprietari riceveranno 4 milioni 500 mila Euro – è perché ci sono le garanzie che l’operazione sia possibile”;

PRESO ATTO CHE

- La garanzia che un terreno possa variare la propria destinazione urbanistica è un impegno che solo l’Amministrazione Comunale può assumere;
- Il Sig. Domenicantonio Ferraro risulta essere amministratore, oltre che della Abisan 2010 srl, anche della Immobiliare Service Nomax srl, con sede a Triggiano (BA) di cui è socia la Sig.ra Daniela Racca, moglie del Sindaco Benedetto Nicotra;
- Lo stesso Domenicantonio Ferraro ha confermato pubblicamente di conoscere il Sindaco Benedetto Nicotra;
- Il Sindaco invece ha più volte negato, sia sugli organi di informazione che in Consiglio Comunale, di conoscere gli amministratori e i soci della società che ha acquistato i terreni della Masseria;

SI INTERPELLA IL SINDACO

al fine di conoscere:

1) Per quale motivo ha mentito pubblicamente al Consiglio Comunale dichiarando di non conoscere i soci della Abisan 2010 srl;
2) Per quale motivo ha dato garanzia all’Abisan 2010 srl che fosse possibile variare la destinazione urbanistica dei terreni della Masseria;
3) Per quale motivo ha nascosto i fatti relativi agli incontri intervenuti con i rappresentanti dell’Abisan 2010 srl.

lunedì 23 novembre 2009

Interpellanza Parco Cavour

PRESO ATTO CHE

- Dal 21 novembre 2008 all’11 aprile 2009 il Parco Cavour è stato chiuso al pubblico;
- Dopo 19 giorni di apertura, dal 1° maggio 2009 ad oggi il Parco è stato nuovamente chiuso;

CONSIDERATO CHE

- In data 2 aprile 2009 il Sindaco Benedetto Nicotra ha scritto alla Fondazione Camillo Cavour e alla Città di Torino, divisione Ambiente e verde, settore alberate urbane: “Stante la chiusura del parco Cavour fin dal 21 novembre 2008, causata da manifeste incapacità gestionali, richiamata la relativa corrispondenza intercorsa, sentita in particolare la Città di Torino, con la presente SI RICHIEDE l’immediata riapertura del Parco. Si informa che in caso di inerzia, sarà questo Comune a provvedere alla sua riapertura, consentendo così di restituire il bene alla Collettività”;
- In data 21 maggio 2009 è stata affissa davanti al Comune e all’entrata del Parco Cavour una lettera aperta ai cittadini in cui il Sindaco indicava quale unico responsabile della chiusura del Parco l’Arch. Ippolito Calvi di Bergolo, allora Presidente della Fondazione Cavour;

VISTO CHE

- Sia durante il Consiglio Comunale di Santena del 23 maggio che del 9 ottobre è stato richiesto al Sindaco di intraprendere ogni iniziativa atta a garantire la duratura apertura al pubblico del Parco Cavour;
- In data 19 giugno 2009 il gruppo consiliare della Lega Nord al Comune di Torino ha presentato un’interpellanza per sollecitare la riapertura del Parco, che è stata poi discussa nelle seduta del Consiglio Comunale di Torino del successivo 13 luglio;
- Il medesimo giorno si è svolta una manifestazione di protesta di cittadini santenesi di fronte al Comune di Torino;
- Durante l’ultimo Consiglio Comunale di Santena del 9 ottobre u.s. è stata approvato un ordine del giorno che impegna il Sindaco e la Giunta ad individuare uno speciale rappresentante incaricato di negoziare con il Comune di Torino le modalità di gestione del Parco;
- Il giorno 11 ottobre si è costituito il Comitato per la riapertura del Parco Cavour che ha manifestato davanti ai cancelli chiusi del Parco stesso;
- Il giorno 30 ottobre la Quinta Commissione del Consiglio Comunale di Torino ha analizzato in maniera esaustiva le problematiche sottese alla chiusura del Parco Cavour;
- Ad oggi sono state raccolte dal Comitato per la riapertura del Parco oltre 1500 firme di cittadini che chiedono di intervenire al più presto;

PRESO ATTO CHE

- Le iniziative sin qui intraprese sono opera unicamente di gruppi politici, comitati spontanei di cittadini o di forze di opposizione;
- E’ del tutto assente l’intervento dell’Amministrazione santenese in merito;

SI INTERPELLA IL SINDACO

al fine di conoscere:

1) Che iniziative intende intraprendere per garantire il più presto possibile la riapertura del Parco Cavour;
2) Se il Comune di Santena intenda partecipare alla gestione del Parco Cavour e quale somma intenda mettere a disposizione annualmente per la manutenzione;
3) Se intende far applicare la Convenzione tra il Comune di Torino e la Fondazione Cavour nella parte in cui prevede che di fronte all’inerzia del soggetto gestore l’onere della gestione torni in quota parte al Comune di Santena;
4) Se non reputi opportuno occuparsi personalmente – o tramite suo delegato – della questione anziché lasciare l’iniziativa, come è stato fatto, alla buona volontà dei cittadini o dei gruppi politici.

martedì 17 novembre 2009

PARCO CAVOUR: NON PERDIAMO ALTRO TEMPO

Lo spazio vuoto prima o poi viene riempito. A Santena non si può non notare come l’inerzia – o meglio l’assenza dell’Amministrazione – abbia portato i cittadini ad organizzarsi da soli per occuparsi di quello che la Giunta non fa. Non solo la promozione turistica e culturale, delegate alle associazioni cittadine ma anche su temi particolarmente sensibili ai cittadini si costituiscono gruppi e comitati per supplire la tante carenze di queste Amministrazione. E’ il caso dei rifiuti: di fronte all’assordante silenzio del Sindaco i santenesi manifestano un disagio sempre crescente. Ma è anche il caso del parco Cavour. Un bene ambientale e storico affidato alla comunità santenese, che non ha eguali nel panorama del Chierese, e che un’intricata vicenda burocratica ha costretto da troppo tempo alla chiusura al pubblico.
Una meritoria azione del Comitato cittadino per la riapertura del Parco Cavour, dunque, porta costantemente all’attenzione delle istituzioni interessate il problema, dal Comune di Torino, alla Fondazione Cavour, al Comune di Santena. E’ noto quanto mi sia personalmente caro il destino del Parco e del Complesso Cavouriano. Addirittura il mio impegno per un progetto di valorizzazione del Parco stesso – lo studio sull’architetto dei giardini storici piemontesi Xavier Kurten – fu preso a pretesto per allontanarmi dalla Giunta. Nel mese di maggio 2009, poi, discutendo in Consiglio Comunale circa l’evento del 2011, invitai il Sindaco a garantire il presto possibile la riapertura del Parco, indicando anche le prerogative del nostre Comune riconosciute dalla Convenzione che regola i rapporti tra le varie istituzioni coinvolte. Successivamente nel mese di luglio, suggerii attraverso un ordine del giorno - che fu discusso solo in ottobre grazie ai tempi biblici della burocrazia santenese - di individuare una persona, all’interno dell’Amministrazione santenese, incaricata di negoziare con il Comune di Torino diritti e doveri per la gestione del Parco.
La questione è infatti particolarmente intricata. Da un lato una Convenzione stipulata nel 2006 regola i rapporti tra il Comune di Torino e il Comune di Santena (ne sono oggetto i terreni su cui siamo impegnati a realizzare il parco golenale e il palazzo Visconti Venosta); un’altra Convenzione, sempre del 2006, regola invece i rapporti tra Comune di Torino (proprietario del Parco e della Villa Cavour) e la Fondazione Cavour (cui è delegata la gestione). Questa Convenzione ha permesso l’unificazione delle due parti del Parco, in passato divise tra la gestione del Comune di Santena e quella della Fondazione. Tuttavia manca un accordo per la definizione dei rapporti tra Fondazione Cavour e Comune di Santena.
Ora la Fondazione Cavour che si è accollato l’onere della gestione del complesso storico non ha risorse proprie significative ad eccezione dei trasferimenti da parte del Comune di Torino, che oggi è in seria difficoltà nel mantenere il patrimonio santenese. Un nuovo Statuto approvato nel 2008 e tuttora al vaglio della Prefettura di Torino consente quindi a nuovi soci – quali la Regione Piemonte e il Comune di Santena – di entrare nella Fondazione Cavour, apportando risorse economiche fondamentali per la gestione.
Anche perché le spese di manutenzione del Parco Cavour sono ingenti, visto che il polmone verde santenese è un parco storico. Per questo motivo si era pensato di realizzare un parco golenale, adibito a parco pubblico, ed integrare il Parco Cavour nel percorso di visita del Complesso Cavouriano, allestendo spettacoli musicali e di danza ed altre attrazioni in grado di richiamare visitatori. Anche perché il Parco Cavour è di per sé un bene storico da visitare e tutelare, sia per gli alberi secolari che custodisce sia perché è stato disegnato dall’architetto dei giardini Xavier Kurten, progettista di corte dei Savoia, autore fra l’altro dei parchi di Racconigi, Agliè, Govone, Pollenzo ed altre dimore storiche.
Allo stato però il Parco Cavour rimane chiuso. Che fare? La mia proposta, peraltro approvata dal Consiglio Comunale nell’ultima seduta di ottobre, impegna il Sindaco e la Giunta Comunale ad individuare un rappresentante della nostra Città che definisca celermente con la Città di Torino i nostri diritti e doveri in merito alla gestione del Parco, eventualmente conferendo delle risorse annuali per la manutenzione del Parco o impegnando parte del nostro personale per essa. E’ chiaro che da soli non ce possiamo fare. Se il Comune di Torino ci cedesse il Parco domani mattina non avremmo le risorse necessarie per gestirlo: si parla infatti di 200.000 € l’anno per sfalci erba, manutenzione arredi e piante. Per questo è necessario fare da pungolo al Comune di Torino e alla Regione Piemonte per arrivare in tempi brevi ad una soluzione, ciascuno facendo la propria parte. Se aspettiamo i tempi della burocrazia neanche nel 2011 avremo il Parco aperto.
Non ci aiuta avere un Sindaco che per ignoranza o per irresponsabilità pensa che per risolvere la questione basti urlare contro questa o quella istituzione. Come se additare dei nemici o proferire delle minacce possa contribuire a far riaprire il Parco. E allora io rinnovo l’invito che avevo già rivolto a maggio: se il Sindaco vuole fare riaprire il Parco, lo può fare. In base all’art. 22 della Convenzione tra il Comune di Torino e la Fondazione Cavour, in mancanza di un progetto di gestione del parco – mai presentato dalla Fondazione per carenza di fondi – si applica la disciplina previgente che prevedeva la gestione in parte in capo al Comune di Santena. Quindi se si vuole fare un atto di forza abbiamo tutti i diritti per farlo. Ovviamente prendendoci anche la responsabilità di tutto quelle che avviene all’interno del Parco.
E ora di finirla infatti con questo inutile rimpallo di responsabilità. Dare la colpa agli altri non serve a nulla. Se il Sindaco se la sente faccia aprire il Parco domani mattina, è una sua prerogativa far applicare la Convenzione. Altrimenti si sieda attorno ad un tavolo con il Comune di Torino e con la Fondazione Cavour e trovi una soluzione duratura senza aspettare oltre.

giovedì 12 novembre 2009

Un film su Cavour per il 2011?

Il Corriere di Chieri, martedì 10 novembre 2009

sabato 7 novembre 2009

Ventennale caduta del Muro di Berlino


Fintanto che è esistito a Santena l’Assessorato alla Cultura, ho promosso diverse iniziative tese a celebrare alcuni importanti avvenimenti della nostra storia: la mostra fotografica sull’11 Settembre, il “Giorno del Ricordo” in onore delle vittime delle foibe (il 10 febbraio), l’Anno Polare Internazionale, la rievocazione storica della battaglia del Gamenario, le Letture Dantesche, il concorso di pittura estemporanea e il concerto “Il Canto degli Italiani” in occasione della Festa della Repubblica - il 2 giugno - all’interno della Rassegna Cavouriana “Sulle vie del Conte” e per la prima volta la Festa dell’Europa, il 9 maggio. Anche come Consigliere Comunale vorrei quindi dare un modestissimo contributo per commemorare una delle date più importanti del XX secolo, il 9 novembre 1989, giorno della caduta del Muro di Berlino, visto che anche una Legge dello Stato Italiano, la n. 61 del 2005, riconosce il 9 novembre quale “Giorno della Libertà”.
Il 9 Novembre 1989, infatti, cadeva il Muro di Berlino segno tangibile della guerra fredda e delle tensioni tra i due blocchi, concreta rappresentazione di quella “Cortina di ferro” che materialmente divideva in due una città, ma che in realtà separava l’Europa da se stessa.
Il Muro di Berlino venne eretto in una sola notte il 13 agosto del 1961 per ordine dell’Unione Sovietica: una barriera di filo spinato alta quattro metri, che seguiva i contorni del settore sovietico della città e divideva strade, quartieri, giardini, case e cimiteri.
Presto il reticolato lasciò il posto a chilometri di blocchi di calcestruzzo costellati da torri di avvistamento, radar e centinaia di postazioni di mitragliatrici con le bocche puntate verso l’Ovest della città. I soldati della Germania Orientale che presidiavano il confine sparavano su chiunque avesse tentato di oltrepassare la barriera di filo spinato al punto che oltrepassare il confine era un’impresa impossibile. Centinaia di persone infatti morirono dal 1961 al 1989 per aver tentato di passare aldilà del Muro in cerca della libertà.
Soltanto negli anni Ottanta le manifestazioni popolari, sorte in maniera spontanea nei Paesi dell’Est, portarono migliaia di giovani a sfidare i regimi totalitari e ad abbattere il Muro di Berlino e la “Cortina di ferro” che gravava sull’Europa.
Per ricordare tali eventi, cruciali per la storia contemporanea, la Legge 15 aprile 2005 n. 61 riconosce il “9 Novembre «Giorno della Libertà», quale ricorrenza dell'abbattimento del muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo”, e in occasione del «Giorno della Libertà», l’art. 2 della Legge 15 aprile 2005 n. 61 prevede che vengano annualmente organizzate “cerimonie commemorative ufficiali e momenti di approfondimento nelle scuole che illustrino il valore della democrazia e della libertà evidenziando obiettivamente gli effetti nefasti dei totalitarismi passati e presenti”.
Celebrare oggi il ventennale della caduta del Muro di Berlino, simbolo di intolleranza ed oppressione, significa esprimere l’auspicio che non vi sia più bisogno di erigere muri tra i popoli. E la volontà di abbattere i muri si comincia a dimostrare, a mio avviso, dalle realtà locali, anche dal Consiglio Comunale di Santena, abbandonando l’auto-isolamento in cui si è rinchiusa la c.d. “maggioranza”, le ritorsioni nei confronti di coloro che denunciano il clima di oppressione che stiamo vivendo, la perenne fuga da ogni confronto, la chiusura totale al dialogo, la paura di ammettere di stare compiendo le scelte sbagliate. Se una cosa ci ha insegnato la storia è che non si può impedire per sempre alle persone di scegliere da sole il proprio futuro: anche se chi è al timone – la nomenklatura di ieri - si arrocca per difendere la propria rendita di posizione, la volontà di cambiamento vince sempre, soprattutto quando i risultati del regime sono fallimentari. Anche a Santena buttiamo giù questo muro!